Quanto guadagnano gli artisti con Spotify? Ecco i dati!

Con Spotify gli artisti guadagnano davvero? Quanto si guadagna con Spotify? Ecco gli incassi degli artisti più ascoltati su Spotify. Guadagnare con Spotify: ecco i profitti

Guadagnare con Spotify: ecco i profitti degli artisti

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Alcuni sostengono che Spotify stia per fallire perchè gli artisti non guadagnano assolutamente nulla dalla riproduzione dei brani musicali in streaming. Altri affermano che Spotify sia in ottima forma e non sia minimamente impaurito dall’imminente arrivo di Apple Music, un servizio concorrente che permetterà agli utenti Apple di ascoltare musica in streaming solo a pagamento.

E’ sicuramente difficile stabilire se Spotify sia in una buona situazione finanziaria o meno, ma quel che è certo è che gli artisti che pubblicano i propri brani su Spotify qualcosa lo guadagnano. 

Come sappiamo, Spotify permette di ascoltare musica, MP3 e canzoni in streaming in modo gratuito o a pagamento. Chi paga 10€ al mese per l’abbonamento Premium di Spotify può usufruire di funzioni aggiuntive e non deve ascoltare gli annunci pubblicitari, mentre chi vuole usufruire del servizio gratuito di Spotify deve sottostare a qualche limitazione e soprattutto si deve sorbire gli annunci pubblicitari tra un brano e l’altro.

Entrambe queste soluzioni, però, portano soldi nelle casse dell’azienda, che a sua volta li gira in parte agli artisti che hanno deciso di condividere le proprie canzoni su Spotify per consentire agli utenti di ascoltarle in streaming.

Ma quanto guadagnano esattamente gli artisti con Spotify? Agli artisti conviene o meno pubblicare i brani musicali su Spotify?

In questo articolo cercheremo di capire se effettivamente i cantanti guadagnano con Spotify e se convenga loro o meno rendere disponibili i propri brani e le proprie canzoni per l’ascolto su Spotify. 

Analizzando la tabella che segue, possiamo vedere che effettivamente i profitti generati da Spotify per gli artisti non sono poi altissimi: per guadagnare somme elevate, occorrono milioni di riproduzioni di ogni singolo brano.

E’ vero che Spotify è usato da milioni di persone in tutto il mondo, ma guadagnare circa 300.000-350.000$ per 46 milioni di riproduzioni di un singolo brano non è tantissimo e significa che ogni singola riproduzione ha portato all’artista pochissimi centesimi. Se il brano fosse stato venduto a 70 centesimi, gli incassi sarebbero stati decisamente superiori, ma è un discorso diverso questo.

guadagni spotify

Stando a quanto riportato da varie agenzie che hanno condotto analisi e studi su Spotify, inoltre, sembra che la riproduzione di un brano senza abbonamento Premium generi in royalties molto meno rispetto ad una riproduzione fatta con abbonamento Premium.

A quanto pare, infatti, se un utente ascolta una canzone su Spotify con abbonamento Premium genera circa 70 centesimi di royalties per l’azienda (da dividere poi tra guadagni dell’azienda e diritti degli artisti), mentre un ascolto fatto senza abbonamento Premium genera solo 14 centesimi (meno di 1/5). In pratica, una canzone deve essere riprodotta senza abbonamento Premium almeno 5-7 volte prima di generare gli stessi profitti di una canzone ascoltata con abbonamento a pagamento.

A fronte di questi dati, molti artisti stanno chiedendo a Spotify di imporre dei limiti più forti sulla riproduzione gratuita dei brani, ma l’azienda per il momento non sembra intenzionata a cambiare il suo modello di business e giustifica le proprie scelte sostenendo che l’abbonamento gratuito stimola gli utenti a passare all’abbonamento Premium nel giro di poco tempo.

Insomma, il braccio di ferro tra Spotify e gli artisti continua ad andare avanti. Molti artisti si lamentano a causa degli scarsi introiti generati da Spotify (Taylor Swift ha rimosso tutti i propri brani da Spotify, lasciandoli su altri servizi di musica in streaming come Rdio), mentre l’azienda per ora non sembra voler cambiare strategia.

Vedremo se le cose cambieranno con l’arrivo di Apple Music, che sarà presentato oggi e, contrariamente a Spotify, non offrirà un servizio gratuito: chi vorrà ascoltare musica in streaming col servizio di Apple, dovrà pagare un abbonamento da 10€ al mese, tutti gli altri resteranno a bocca asciutta. Molti sostengono che un servizio di musica on-demand non possa funzionare solo con le pubblicità, ma per ora Spotify sembra aver dimostrato il contrario.

Staremo a vedere come evolveranno le cose nei prossimi mesi e chi la spunterà tra i tanti servizi di musica in streaming che oggi abbiamo a disposizione.


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