Google Drive: cosa c'è da migliorare nell'app Android

Luci e ombre sull'applicazione Android del cloud service di Mountain View.

Sono passate ormai diverse settimane dall'avvio da parte di Google del suo servizio di cloud storage, e dal conseguente rilascio dell'applicazione per dispositivi Android.

In questo lasso di tempo, abbiamo avuto la possibilità di testare Drive in modo abbastanza approfondito, e di effettuare i dovuti paragoni con altri servizi simili, come Skydrive, iCloud e, soprattutto, Dropbox.
Non è però un confronto fra le offerte dei vari competitors che vogliamo proporre, ma un'analisi di cosa potrebbe migliorare nel cloud service Google, e in particolare nella sua applicazione per Android.

Se sul versante desktop, infatti, Drive si presenta come un servizio davvero completo, con un'interfaccia sobria ed intuitiva, e con una serie di opzioni che consentono una gestione ottimale dei nostri file (specialmente in integrazione con tutti gli altri servizi di Big G), sul lato mobile l'applicazione Android pecca ancora in diversi punti, evidenziando diverse mancanze che pesano non poco sull'usabilità generale del sistema in mobilità.

Cerchiamo quindi di proporre un elenco argomentato dei punti su cui, secondo noi, ancor adesso, Drive difetta, e come potrebbero essere implementate le varie migliorie.

In primis, siamo rimasti molto stupiti del fatto che un file non possa venire scaricato sul terminale! Possiamo visualizzarlo, talvolta modificarlo, ma non possiamo salvarlo nella nostra memoria. E' vero, esiste la possibilità di rendere il file disponibile offline, ma non è la stessa cosa: il documento resta all'interno dell'app, e non può essere scritto sulla SD. Scomoda come cosa se, ad esempio, volessimo spostare la nostra memoria esterna in un altro dispositivo.
Funzionalità sicuramente da implementare.

Quando eseguiamo un upload, poi, non è possibile scegliere in quale cartella inserire il file, nè sarà possibile spostarlo successivamente, una volta che il caricamento sarà terminato. Ogni file verrà inserito singolarmente al di fuori da ogni cartella, e sarà compito nostro - via desktop o via browser mobile - sistemarlo dove desideriamo.

Non è nemmeno possibile, via app, modificare il livello di proprietà di un file uploadato, nè in caso il file sia già presente sul nostro account, nè in caso venga caricato direttamente dal nostro smartphone. Un documento privato resterà privato, mentre uno pubblco resterà tale. Solo il livello di condivisione - in caso un file non sia privato - potrà essere modificato.

E a proposito di condivisione. La cosa che più ci ha colpiti - trattandosi di un servizio cloud, e quindi votato allo sharing - è stata la difficoltà di condivisione di un file.
Qualsiasi documento, infatti, è direttamente inviabile via bluetooth, via Gmail o tramite qualsiasi altro sistema di trasmissione dati il device sia dotato, ma NON è possibile copiarne il link e inviarlo ad un destinatario, difetto grave, considerando che questo è uno dei metodi di condivisione più gettonati nel caso di file presenti in cloud.

Ma la cosa più inspiegabile di queste mancanze, è che non lo sono intrinsecamente del servizio Drive in generale, dato che lato desktop - ma anche lato mobile, sfruttando la web app dal browser - sono tutte feature implementate e perfettamente funzionanti. Non si capisce bene il perchè Google abbia voluto (debitamente, a questo punto) lasciare scoperte tali possibilità nell'applicazione, contando anche che servizi rivali quali Dropbox offrono almeno gran parte di queste opportunità.
Auspichiamo, quindi, da parte di Google un miglioramento della sua applicazione (sempre che ci sia l'intenzione), anche perchè dopo la prima release non abbiamo più avuto aggiornamenti.

Permetteteci poi un'ultima considerazione personale.

Sarebbe cosa ancor meglio accetta se Google, volendosi differenziare dai competitors e volendo offrire qualcosa di superiore, sfruttasse l'arma migliore che ancor oggi può vantare rispetto agli altri, e cioè un'integrazione ancor più profonda fra i suoi servizi.
Sono già numerose le possibilità di salvare in cloud i nostri file tramite i servizi di Big G - vedi, oltre Drive, lo spazio per foto e video di Picasa, l'archiviazione immensa della posta su Gmail, la futura sincronizzazione della musica su Google Music... -, ma sarebbe ancor più gradito se i vari spazi di archiviazione fossero raccolti in uno unico, per evitare confusioni e calcoli sull'esaurimento degli stessi, in modo che sia l'utente a scegliere per cosa sfruttare lo spazio messo a sua disposizione.
A titolo d'esempio, Google farebbe mossa azzeccata ad unificare gli spazi online di Gmail, Picasa e Drive (magari mantenendo al contempo la possibilità di upload senza limiti di fotografie sotto i 2048 px in Picasa), offrendo 20 GB per un singolo archivio e lasciando al consumatore la possibilità di scegliere come meglio riempirlo.
Sarebbe sicuramente un punto di differenza e di vantaggio che Mountain View porrebbe, una volta di più, fra i suoi servizi e quelli dei suoi rivali.

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