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In questo eBook le opere raccolte del grande scrittore russo che come gli esperti descrivono come pietre miliari e imprescindibili punti di riferimento per gli amanti della letteratura; Sono infatti dei classici: quindi, secondo la definizione di Calvino, hanno sempre qualcosa di nuovo da dire, al lettore di cento anni fa come a quello contemporaneo; a chi vi si accosta per la prima volta, a chi vuole riscoprirne la bellezza con l’ennesima lettura.
Sinossi
• Le notti bianche
• Delitto e castigo
• Il giocatore
• L’idiota
• I demoni
Introduzione generale di Fausto Malcovati
Premesse di Chiara Cantelli, Luisa De Nardis, Fausto Malcovati, Mauro Martini
Edizioni integrali
Titolo originale: Belye noči, traduzione di Luisa De Nardis; Prestuplènie i nakazànie, traduzione
di Vittoria Carafa de Gavardo; Igrok. Iz zapisok molodogo čeloveka,
traduzione di Mauro Martini; Idiot, traduzione di Federigo Verdinois
rivista e aggiornata a cura di ’verso; Besy, traduzione di Margherita Santi-Farina
Le notti bianche, Delitto e castigo, Il giocatore,
L’idiota, I demoni
Introduzione di Fausto Malcovati
Edizioni integrali
Newton Compton editori
Introduzione
«Dapprima ho ammirato Dostoevskij per quello che mi aveva rivelato sulla natura umana. Rivelare è la parola: poiché nelle sue pagine ci parla di ciò che sappiamo ma che rifiutiamo di conoscere. Poi, molto presto, nella misura in cui io vivevo più drammaticamente il dramma della mia epoca, ho amato ini Dostoevskij colui che ha vissuto ed espresso il nostro destino storico».
Sono parole di Albert Camus, che testimoniano, con semplicità e chiarezza, la presenza profonda, costante di Dostoevskij nella cultura e nella coscienza dei nostri giorni. Dostoevskij è uno scrittore arduo, complesso, talora sconvolgente: pone, in ogni sua opera, con maggiore o minore evidenza, domande fondamentali, a cui nessuno può sottrarsi. Ivan Karamazov, parlando con il fratello Alesa dei suoi contemporanei, dice: «Vengono qui, in questa lurida osteria, e si mettono a sedere in un angolo. Prima non si conoscevano per niente, e quando usciranno dall’osteria staranno altri quarantanni senza vedersi: ebbene, di che cosa credi che ragionino in quel poco tempo in cui stanno insieme? Dei problemi universali, non di altro: esiste Dio, esiste l’immortalità? E quelli che non credono in Dio parleranno di socialismo e di anarchia, di come riorganizzare l’umanità intera secondo un nuovo modello». È quello che succede nei romanzi di Dostoevskij: ci si trova subito di fronte a questioni che coinvolgono fino in fondo il lettore, strappandolo a qualsiasi forma di indifferenza. Le antinomie tra le quali si muovono i suoi personaggi sono le stesse su cui si arrovella ancor oggi il nostro mondo: di generazione in generazione sembrano addirittura dilatarsi, acuirsi. Dostoevskij è stato definito sismografo delle scosse telluriche della società borghese in crisi di transizione: quelle scosse telluriche non hanno perduto a tutt’oggi la loro forza dirompente. Sempre Camus, a proposito dei Demoni, di cui fece una famosa riduzione teatrale, disse: