Applicazione IMMUNI: tutto quello che devi sapere

Come funziona l’applicazione IMMUNI? E’ sicuro installare IMMUNI su Android e iPhone? Ecco le risposte a tutte le domande sull’applicazione IMMUNI

Applicazione IMMUNI per Android e iPhone

Applicazione IMMUNI per Android e iPhone

Ormai ci siamo: tra pochissimi giorni sarà possibile scaricare la tanto discussa applicazione IMMUNI sui nostri smartphone Android e iOS. 

Non sappiamo ancora di preciso quando l’app sarà disponibile per il download, ma nelle scorse ore il codice sorgente del programma è arrivato su GitHub, a conferma del fatto che i lavori procedono alla grande e che l’app è quasi pronta per il rilascio definitivo.

Se vuoi farti trovare preparato al lancio dell’app IMMUNI e vuoi chiarire tutti i possibili dubbi sul suo funzionamento (soprattutto per quanto riguarda la privacy), questo è l’articolo che fa per te.

Di seguito andremo infatti a rispondere a tutte le possibili domande legate all’app IMMUNI.

Senza perdere tempo, direi di iniziare subito con l’analisi di questa applicazione per cercare di capire come funziona, come si usa e soprattutto come viene gestita la privacy degli utenti.

Iniziamo dalle basi.

Cosa è l’app IMMUNI?

In breve, si tratta del software per smartphone che nelle intenzioni del Governo aiuterà a tracciare tempestivamente i nuovi focolai di Covid-19 contenendone la diffusione.

Quando si può scaricare IMMUNI?

Al momento non lo sappiamo.

Arriverà probabilmente entro la fine di maggio o inizio giugno su Apple App Store e su Google Play Store per iOS e Android.

Aggiorneremo l’articolo non appena avremo i download link.

Quali telefoni sono compatibili con l’app?

L‘applicazione Android funzionerà con device in possesso di Android 6 ossia con API 23 o chiaramente successivi. In questo caso i Play Services di Google dovranno possedere almeno la versione 20.18.13 o superiore. Nello specifico poi l’applicazione è stata sviluppata in Kotlin 1.3 e Android Studio 3.6 mentre i dati saranno memorizzati su di un database locale SQLite e criptati in AES256.

Per Apple e iOS invece l’applicazione sarà disponibile per gli iPhone con iOS 13.5. Il tutto verrà memorizzato sullo smartphone nel secure keychain di Apple. Infine gli sviluppatori hanno lavorato all’applicazione in questo caso sulla piattaforma Swift 5.2 e Xcode 11.5.

Chi ha sviluppato IMMUNI?

La società Bending Spoons per conto del Governo italiano.

Secondo quanto si legge sulla documentazione, la progettazione e lo sviluppo di Immuni si è basata su cinque principi principali: utilità, accuratezza, scalabilità, trasparenza e privacy.

Le cose più importanti da sapere

  • L’app Immuni non sarà obbligatoria ma volontaria
  • L’app non utilizzerà la geolocalizzazione ma solo il Bluetooth
  • Non traccerà gli spostamenti
  • I dati raccolti saranno condivisi solo con l’autorizzazione del possessore dello smartphone
  • Tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale gestito da Sogei dovranno essere cancellati il prima possibile e in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2020

Come funziona l’app?

Installando l’applicazione IMMUNI (per Android e iOS), ciascun cittadino autorizzerà il proprio smartphone a inviare un codice generato in modo casuale ai dispositivi mobili fisicamente vicini.

Concretamente, Immuni crea un codice univoco per ogni installazione e traccia, tramite Bluetooth, i contatti con altri utenti che hanno installato l’app. Gli utenti che dovessero risultare positivi avranno la facoltà (non l’obbligo) di segnalare il fatto al server, il tutto in forma anonima.

In pratica, gli smartphone sui quali viene installata l’app IMMUNI si parleranno tra loro tramite il bluetooth e riusciranno a capire (anche grazie alla misurazione della potenza del segnale bluetooth emesso) se due soggetti sono entrati in contatto, per quanto tempo e a quale distanza.

Nel caso in cui una persona scoprisse di essere stata contagiata dal COVID-19, non dovrebbe fare altro che segnalarlo alle Autorità Sanitarie e anche all’interno dell’app IMMUNI. 

La segnalazione comunque sarà FACOLTATIVA: sarà l’utente a scegliere se informare l’app (e quindi anche le altre persone con cui ha avuto contatti) della sua situazione fisica, non ci sarà nessun obbligo. 

Da precisare che, per evitare che i dati risultino falsati, sarà necessario ottenere un’autorizzazione da parte di un operatore sanitario prima di poter confermare di essere stati infettati dal virus e quindi prima di avvisare tutti i contatti all’interno dell’app.

Una volta che il contagio sarà stato certificato da un operatore sanitario, grazie all’interscambio di dati con server centralizzati, tutti gli utenti entrati in contatto con una persona malata di COVID-19 riceveranno una notifica tramite l’app IMMUNI e potranno sottoporsi al tampone (se lo vorranno, ovviamente).

Va segnalato che le identità dei soggetti malati di COVID-19 NON saranno rivelate a nessuno: tutti i dati degli utenti saranno anonimi e protetti.

L’app IMMUNI usa anche GPS e WiFi?

No, solo il Bluetooth, non solo per proteggere la privacy degli utenti, ma anche perché le coordinate restituite non aiutano a rilevare con precisione le interazioni tra due o più soggetti.

IMMUNI funziona solo in Italia?

L’app IMMUNI nello specifico si, ma praticamente ogni Governo Europeo (e anche nel Mondo) sta sviluppando applicazioni di questo tipo per tracciare le infezioni da Coronavirus tra la popolazione.

L’app IMMUNI si basa sulle API di Google ed Apple

Per funzionare correttamente, l’app IMMUNI sfrutta delle funzionalità sviluppate appositamente da Google (per Android) ed Apple (per iOS).

Proprio in questi giorni le aziende stanno rilasciando aggiornamenti per i propri dispositivi che permetteranno all’app IMMUNI di funzionare correttamente.

La nuova funzione si chiama “Notifiche di esposizione” ed è stata introdotta da Apple con iOS 13.5, mentre su Android è arrivata tramite aggiornamento dei Google Play Services (automatico tramite Play Store).

Va segnalato che questa funzione “Notifiche di esposizione” DA SOLA non fa niente: per attivare il tracciamento degli utenti è INDISPENSABILE che questi scarichino anche l’app IMMUNI. In pratica, non devi avere paura di essere spiato da Google ed Apple senza il tuo permesso: il tracciamento contatti partirà SOLO SE andrai a scaricare l’app IMMUNI.

Ti ricordo comunque che già oggi Google ed Apple ti spiano e sanno benissimo dove sei, cosa fai, con chi sei, in quale negozio fai spesa e così via, quindi non cambierà molto con l’arrivo dell’app IMMUNI.

Inoltre, segnalo che il sistema di tracciamento può essere attivato o disattivato agendo su un “interruttore” contenuto nelle impostazioni Google di Android e nella sezione Salute di iOS. Basterà un click per attivare o disattivare il tracciamento.

Perché Google ed Apple si sono accordate per le “Notifiche di esposizione”?

Semplice: sono le due aziende che dominano il mercato smartphone. 

Inoltre, senza un aggiornamento dei propri sistemi operativi, un’app come IMMUNI non avrebbe funzionato visto che sia iOS che Android di default impediscono che un’app costantemente in esecuzione in background (come sarebbe appunto IMMUNI) possa utilizzare senza limitazioni il modulo Bluetooth.

Mi posso fidare dell’app IMMUNI? 

In teoria si, anche perché è stato rilasciato il codice sorgente dell’applicazione. 

Per chi non lo sapesse, ricordo che il codice sorgente di un software non è altro che l’insieme di istruzioni che permettono alla forma finale dell’app di essere eseguita sul dispositivo sul quale è installata.

Solitamente il codice resta privato, visto che ogni sviluppatore vuole proteggere, tutelare e mantenere segreto il proprio lavoro, in modo da evitare che altre persone lo possano copiare tutto o in parte.

Essendo stato reso disponibile pubblicamente il codice sorgente dell’app IMMUNI, qualsiasi sviluppatore o esperto in materia lo può leggere e analizzare per capire se ci sono funzioni nascoste, poco chiare o pericolose per la privacy degli utenti all’interno dell’app.

Personalmente non sono in grado di leggere un codice sorgente, ma so per certo che ci sono sviluppatori e associazioni a tutela degli utenti che stanno analizzando quello dell’app IMMUNI per capire se il programma è sicuro e soprattutto se ci sono funzioni nascoste sulle quali bisogna fare chiarezza.

Insomma, grazie al codice sorgente potremo sapere come vengono protetti i dati raccolti, dove vengono inviati e quali sono le funzionalità sfruttate del telefono.

Conclusioni

Con questo articolo sull’app IMMUNI abbiamo concluso.

Lo aggiorneremo in caso di altre novità, curiosità o dettagli sul programma.

Se hai dubbi o domande su questa app, lascia un commento a fine articolo e ti risponderemo il prima possibile!


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