DAZN contro il pezzotto: arrivano raccomandate da 500 euro e 7 giorni per pagare
DAZN invia raccomandate da 500 € agli utenti del pezzotto IPTV. Solo 7 giorni per pagare, poi scattano azioni legali per violazione del copyright
DAZN manda una raccomandata agli utenti del pezzotto
Sembra incredibile, ma è tutto vero.
La piattaforma di streaming sportivo DAZN ha avviato una nuova e severa campagna contro la pirateria audiovisiva.
In questi giorni, infatti, molti utenti segnalano di aver ricevuto una raccomandata DAZN con una richiesta di indennizzo da 500 euro, da pagare entro 7 giorni.
Si tratta di persone già individuate dalla Guardia di Finanza per l’utilizzo di servizi IPTV illegali, noti come “pezzotto”, tra il 2018 e il 2020, che ora stanno ricevendo una richiesta di risarcimento direttamente da DAZN, con la minaccia di ulteriori azioni legali in caso di mancato pagamento.
Ecco i dettagli.
Cosa contiene la raccomandata DAZN
Le lettere, firmate dal CEO di DAZN Italia Stefano Azzi, propongono una composizione bonaria: il pagamento di 500 euro per chiudere definitivamente la vicenda.
Il destinatario deve versare la cifra entro 7 giorni dalla ricezione, utilizzando una PEC dedicata.
Se il pagamento non avviene nei tempi previsti, DAZN avverte che potrà procedere con azioni legali per richiedere un risarcimento ben più alto.
Il riferimento al procedimento penale
Le comunicazioni si rifanno al procedimento n. 7719/22 R.G. N.R. della Procura di Lecce, che ha accertato l’acquisto illecito di pacchetti IPTV per la visione delle partite di Serie A.
Secondo il decreto legislativo n. 9/2008, i diritti di trasmissione audiovisiva appartengono in esclusiva a DAZN Limited, e chi ne fa uso illegittimo viola la normativa sul diritto d’autore.
Oltre 2.000 utenti risultano coinvolti nell’inchiesta e già destinatari di sanzioni amministrative della Guardia di Finanza.
Il doppio pagamento: multa più indennizzo DAZN
Molti utenti si chiedono se sia legittimo ricevere una seconda richiesta economica, dopo aver già pagato la sanzione amministrativa.
La questione è delicata: DAZN, infatti, non chiede un’ulteriore multa statale, ma un risarcimento privato per danni economici subiti dalla piattaforma.
Resta però acceso il dibattito: è corretto chiedere un indennizzo DAZN per fatti già sanzionati anni fa (2018–2020)? Gli esperti di diritto si dividono, e la discussione legale è tutt’altro che chiusa.
L’azione coordinata contro il pezzotto
L’iniziativa si inserisce in un progetto più ampio portato avanti da DAZN, Lega Serie A, Sky Italia e le autorità giudiziarie.
Dopo aver ottenuto i nomi di oltre 2.000 utenti distribuiti in 80 province italiane, i detentori dei diritti sportivi hanno deciso di agire congiuntamente per colpire chi ha usufruito del cosiddetto “pezzotto”.
Le sanzioni amministrative previste dalla legge italiana vanno da 154 a 5.000 euro, ma in sede civile il risarcimento per violazione del copyright può arrivare anche a diverse migliaia di euro, equivalenti a dieci anni di abbonamenti regolari.
Perché DAZN chiede 500 euro
Il pagamento richiesto da DAZN è dunque una proposta bonaria, più conveniente rispetto a un possibile procedimento civile.
Come spiegato dal CEO Stefano Azzi, l’obiettivo è chiudere i casi minori senza dover ricorrere ai tribunali. Tuttavia, se il pagamento non avviene nei tempi stabiliti, la società potrà chiedere importi molto più elevati, con l’aggiunta di spese legali e danni d’immagine.
Qualche considerazione personale
Mi permetto di fare qualche considerazione su tutto questo argomento:
- considerati tutti i siti di streaming gratuiti che esistono, mi chiedo perché le persone continuino ad acquistare abbonamenti ad IPTV. Chi compra abbonamenti IPTV al giorno d'oggi viene ricercato con più attenzione rispetto agli assassini e ai terroristi, quindi è davvero stupido acquistare abbonamenti dove si lasciano i propri dati in chiaro. Una volta che viene chiuso il servizio IPTV, le Autorità arrivano in 2 minuti a conoscere tutti i dati degli acquirenti, per poi perseguirli legalmente
- chi proprio non vuole comprare un abbonamento a prezzo pieno, dovrebbe almeno valutare l'acquisto degli abbonamenti condivisi, una pratica perfettamente legale e che comunque permette di risparmiare parecchi soldi
- inoltre mi chiedo: come e perché una società privata è a conoscenza di nomi e indirizzi di persone che sono state oggetto di sanzione? Questi sarebbero dati sensibili e per privacy non dovrebbero essere diffusi. Inoltre, per quanto ne so, la sanzione già ricevuta non implica nessun automatismo risarcitorio, e una lettera minatoria come quella di DAZN potrebbe comportare un comportamento estorsivo, che a sua volta potrebbe essere oggetto di indagine. Forse qualche avvocato potrebbe darci informazioni più precise da questo punto di vista. La condotta illecita, infatti, viene sanata con la sanzione amministrativa; DAZN ha diritto a chiedere il pagamento dei servizi fruiti e non pagati, ma credo che al tempo stesso dovrebbe dimostrare quanti servizi sono stati fruiti senza essere pagati. Ad ogni modo, molto probabilmente le persone pagheranno i 500 euro per chiudere la vicenda piuttosto che sbattersi con avvocati e burocrazia
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