Facebook, Guardia di Finanza nella sede di Milano

Dopo Google anche il social network di Menlo Park finisce nel mirino delle Fiamme Gialle. Facebook Italy ha dichiarato lo scorso anno 2 milioni di euro di ricavi e 53mila euro di utili.

Nemmeno un gigante come Facebook resta immune alla stretta fiscale che in questi ultimi mesi ha colpito il nostro Paese.

Negli scorsi giorni, infatti, la Guardia di Finanza ha fatto un giretto tra gli uffici milanesi della società per controllarne i conti. 

Facebook, Guardia di Finanza nella sede di Milano.

Il fisco italiano è ormai alla resa dei conti con le multinazionali della tecnologia, accusate di realizzare enormi guadagni nel nostro Paese pagando le tasse invece all’estero in nazioni con giurisdizioni economiche più miti.

Dopo la visita presso gli uffici di Google, avvenuta solo pochi giorni fa, ora è la volta di Facebook, altro colosso del mondo hi-tech che riesce a realizzare ricavi di tutto rispetto anche nel nostro Paese.

Proprio negli scorsi giorni, infatti, gli uffici milanesi di Facebook sono stati visitati dai finanzieri per accertamenti di natura fiscale.

Sotto osservazione soprattutto il bilancio dello scorso anno: 2.018.279 euro di ricavi e 53.473 euro di utili maturati nel nostro Paese. Una cifra forse troppo esigua per un’azienda di questo calibro, che ha attirato l’attenzione della Guardia di Finanza.

Un altro elemento strano che ha attirato l’attenzione degli inquirenti è sicuramente dovuto al fatto che in italia il colosso americano è rappresentato da una semplice Srl, nata nel 2009, il cui unico socio è la Facebook Global Holdings, compagnia (LLC) che ha sede però nel Delaware, dove le aziende che non operano negli USA sono esentate dalle tasse sugli utili, tranne un’obolo annuale di importo irrisorio.

In poche parole, al pari di altre compagnie internazionali, Facebook, pur operando in Italia, denuncia il grosso del suo fatturato in un’altra nazione, pagando di conseguenza al nostro erario una cifra molto bassa rispetto a quella teoricamente dovuta.

Contrariamente a quanto si possa pensare, però, quella contro le multinazionali della tecnologia però non è una battaglia solo italiana: complice anche la crisi internazionale, molti governi europei ritengono inaccettabile l’atteggiamento dei colossi statunitensi e stanno rivedendo le posizioni di molte aziende a stelle e strisce che operano nel Vecchio Continente (basti pensare al braccio di ferro tra l’Inghilterra e nomi del calibro di Amazon, Google e Starbucks).

Ad ogni modo, subito dopo l’arrivo della GdF negli uffici di Facebook, l’azienda ha assicurato da parte sua la massima collaborazione con gli inquirenti:

“Facebook Italy paga le tasse in Italia come parte della sua attività nel Paese e rispetta molto seriamente i propri obblighi ai sensi della legislazione italiana in materia fiscale. Facebook lavora a stretto contatto con le autorità fiscali di ogni Paese in cui opera per garantire la conformità con la legislazione locale. Facebook ha cooperato pienamente con la Guardia di Finanza nel corso delle indagini e intende continuare a farlo”.

Vedremo come andrà a finire la questione.

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