Sideloading Android: Google cerca di bloccarlo ma non lo ammette

Scopri come Google vuole bloccare il Sideloading su Android: verifica sviluppatori obbligatoria, restrizioni APK, limiti per hobbisti e store alternativi

03 ottobre 2025 15:50
Sideloading Android: Google cerca di bloccarlo ma non lo ammette -
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Google vuole bloccare il Sideloading su Android, ecco come

AGGIORNAMENTO QUI: Colpo di scena: Google cambia idea sul sideload Android e permette ancora di installare...

Brutte, bruttissime notizie arrivano per gli utenti Android.

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Dal 2026, infatti, il sideloading, ovvero l’installazione manuale di APK su Android, subirà cambiamenti radicali che interesseranno tutti gli utenti, sviluppatori indipendenti, hobbisti e store alternativi come F-Droid.

Queste modifiche andranno a creare nuovi ostacoli che di fatto limiteranno la libertà storica della piattaforma, pur senza che Google lo ammetta apertamente.

L'obiettivo è chiaro: Google vuole controllare il sideloading Android e ridurne l’uso su larga scala, presentando la misura come una semplice questione di sicurezza.

Ma vediamo tutti i dettagli e cosa sappiamo al momento.

Cos’è il sideloading su Android e perché è stato fondamentale

Per chi non lo sapesse, ricordo che il sideloading su Android consente di installare app senza passare dal Google Play Store, tramite file APK.

Storicamente questa funzione ha garantito libertà agli utenti, opportunità agli sviluppatori indipendenti e grande apertura verso app alternative.

E, senza girarci troppo attorno, è anche una delle caratteristiche che a tanti ha fatto preferire Android piuttosto che iOS, visto che sui dispositivi di Google è possibile installare in un click qualsiasi applicazione, anche quelle craccate o quelle modificate che non si potrebbero mai trovare sul Play Store.

Insomma, il sideloading è sempre stato uno dei principali punti di forza di Android ed ha permesso agli utenti di installare qualsiasi programma liberamente sui propri dispositivi, senza particolari vincoli o limiti.

Purtroppo, però, tutto questo finirà presto.

Google vuole bloccare il sideloading su Android

A quanto pare, infatti, tutta questa libertà a Google non piace affatto e da anni sta cercando un modo per limitarla o addirittura bloccarla.

E purtroppo sembra che dal 2026 Google inizierà a mettere in campo iniziative forti e mirate che, di fatto, andranno ad eliminare il sideloading su Android.

Per capirci, recentemente Matthew Forsythe, Director di Android App Safety, ha dichiarato:

"Il sideloading è fondamentale per Android e non scomparirà. I nuovi requisiti di identità sono pensati per proteggere utenti e sviluppatori da malintenzionati, non per limitare la scelta."

Nonostante le rassicurazioni, la verità è che le nuove regole introducono barriere che complicano l’installazione manuale di APK, dimostrando che Google sta cercando di bloccare indirettamente il sideloading, pur senza ammetterlo.

Ecco i dettagli di seguito.

Verifica obbligatoria degli sviluppatori: il nuovo filtro per installare APK su Android

A partire dal 2026, ogni sviluppatore che vuole distribuire app su dispositivi certificati Android dovrà verificare la propria identità tramite documenti ufficiali.

Questa verifica riguarda sia le app installate tramite sideloading sia quelle distribuite su store alternativi come F-Droid, compresi ovviamente gli APK che si possono trovare liberamente su qualsiasi sito internet.

In questo modo tutte le app di sviluppatori non verificati verranno bloccate, mentre solo chi ha completato la verifica potrà distribuire APK senza limitazioni.

Google ha anche introdotto account gratuiti per studenti, insegnanti e hobbisti, ma con restrizioni rigorose sul numero di dispositivi, sulle funzionalità e sulla possibilità di revoca dell’account.

Queste limitazioni evidenziano chiaramente che Google sta limitando il sideloading senza dichiararlo apertamente, mascherando il controllo come misura di sicurezza.

Android Developer Verifier e la connessione obbligatoria

Se tutto quello detto fino ad ora non fosse sufficiente, c'è dell'altro.

Il nuovo servizio Android Developer Verifier controllerà che lo sviluppatore sia verificato e che l’APK possa essere installato.

In molti casi sarà necessaria anche una connessione a internet perché il database completo non può essere conservato sul dispositivo.

Google prevede una cache locale per le app più popolari già verificate e l’uso di un token di pre-autorizzazione per gli store alternativi, che consente di verificare lo sviluppatore senza ulteriori chiamate ai server.

Tuttavia, anche queste soluzioni non rimuovono la restrizione, mantenendo un controllo indiretto sul sideloading.

Gli hobbisti e studenti incontreranno ulteriori ostacoli: ogni utente deve ottenere un identificatore univoco dal dispositivo, comunicandolo allo sviluppatore, che lo inserirà nella Developer Console per autorizzare l’installazione. Questo sistema limita la distribuzione su larga scala, rendendo difficile condividere app tra community online.

Impatto sugli store alternativi e privacy degli sviluppatori

Gli store alternativi come F-Droid saranno fortemente colpiti. F-Droid, infatti, compila e firma le app con proprie chiavi, creando conflitti di proprietà con gli sviluppatori originali.

Google darà priorità alla versione con più installazioni note, costringendo i team di F-Droid a modificare nomi o pacchetti delle app. Questo andrà a generare frammentazione e limitare l’apertura della piattaforma, indebolendo la filosofia di distribuzione libera.

Le eccezioni riguardano solo strumenti MDM su dispositivi gestiti. Gli utenti offline dovranno connettersi periodicamente a internet.

Anche strumenti avanzati come Shizuku, che sfruttano permessi ADB, potrebbero subire limitazioni. Google garantisce che le informazioni sugli sviluppatori non saranno pubbliche, ma non esclude la condivisione con autorità governative, aggiungendo un ulteriore livello di controllo.

Sicurezza vs libertà: il nuovo equilibrio Android

Per giustificare questa follia, ovviamente Google dichiara di voler rafforzare la sicurezza contro malware e app dannose.

Tuttavia, il risultato concreto sarà una pesantissima riduzione della libertà storica della piattaforma, con nuove barriere tecniche e burocratiche per sviluppatori indipendenti, hobbisti e studenti.

Certo, il sideloading rimane, ma la combinazione di verifica obbligatoria, restrizioni sugli APK e limiti agli account hobbisti lo rende molto più controllato e meno libero.

Conclusioni: il sideloading non sparisce, ma Google lo limita pesantemente

Insomma, dal 2026 il sideloading Android non sparisce, ma subisce forti limitazioni.

La verifica obbligatoria degli sviluppatori, la necessità di una connessione a internet, le restrizioni per hobbisti e studenti e l’impatto sugli store alternativi dimostrano chiaramente che Google sta cercando di bloccare indirettamente il sideloading, senza mai ammetterlo ufficialmente.

Il nuovo scenario ridefinisce profondamente la distribuzione di APK Android, segnando una svolta storica tra sicurezza e libertà sulla piattaforma.

Un mio pensiero personale

Se tutto quello scritto qui sopra si verificasse effettivamente, segnerebbe la morte di Android per come lo conosciamo.

Io per primo ho sempre preferito Android piuttosto che iOS per la possibilità di scaricare ed installare liberamente qualsiasi app in un paio di click e, soprattutto, perché con Android avevo la certezza di poter fare ciò che volevo con il mio smartphone.

Tutto questo, però, potrebbe finire dal 2026. Dovremo probabilmente dire addio a Spotify MOD, YouTube Vanced e tutte quelle app che si possono trovare in formato APK su siti e forum di appassionati, visto che Google non ne permetterà sicuramente l'installazione.

Spero vivamente che Google faccia un passo indietro per quanto riguarda il blocco del sideloading, altrimenti sarò costretto ad abbandonare Android per passare ad iOS.

La cosa più grave di tutto questo, però, sta nel fatto che, se anche Android dovesse diventare un sistema chiuso, limitato e controllato come iOS, non esisterebbe più un sistema operativo "libero" per i nostri smartphone.

FONTE

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