iRobot fallisce: Roomba passa ai cinesi dopo 35 anni
iRobot avvia Chapter 11: Roomba acquisito da Picea. Azionisti azzerati, prodotti e assistenza garantiti. Ricavi crollati da 1,6 mld a 525M
Ci siamo: come ampiamente previsto, iRobot, l'azienda americana che dal 1990 ha rivoluzionato la pulizia domestica con i suoi robot aspirapolvere Roomba, ha avviato la procedura di Chapter 11 negli Stati Uniti.
Dopo 35 anni di attività e innovazione nel settore della robotica domestica, il brand passa sotto il controllo della cinese Shenzhen PICEA Robotics, segnando la fine di un'era per uno dei pionieri della smart home.
Ecco i dettagli.
Chapter 11: ristrutturazione o fallimento?
La procedura di Chapter 11, avviata il 14 dicembre presso il tribunale del Distretto del Delaware, non è un fallimento tradizionale ma una ristrutturazione controllata del debito sotto supervisione giudiziaria. Questo meccanismo permette alle aziende in difficoltà di continuare a operare mentre riorganizzano la propria struttura finanziaria.
Nello specifico, iRobot ha siglato un Restructuring Support Agreement con il principale creditore e partner produttivo Picea, che prevede l'acquisizione completa dell'azienda entro febbraio 2026. Il piano comporta il trasferimento del 100% delle azioni a Picea e l'uscita dal Nasdaq, con la società che diventerà privata e interamente controllata dal gruppo cinese.
Azionisti senza paracadute: azioni cancellate senza compensi
Il rovescio della medaglia colpisce duramente gli azionisti attuali: una volta approvato il piano dal tribunale, tutte le azioni ordinarie verranno cancellate senza alcuna compensazione. Chi ha investito in iRobot perderà l'intero capitale, mentre il controllo passerà completamente a Santrum Hong Kong, la controllata di Picea che già a novembre aveva rilevato il debito di oltre 190 milioni di dollari dai fondi Carlyle.
Roomba continua: nessuno stop a prodotti e assistenza
Nonostante la procedura fallimentare, Gary Cohen, CEO di iRobot, rassicura: "L'operazione rafforzerà la nostra posizione finanziaria e garantirà continuità a consumatori, clienti e partner". Durante l'intera ristrutturazione, l'azienda manterrà attivi:
App iRobot e funzionalità smart
Assistenza tecnica e garanzie sui prodotti
Programmi fedeltà e servizi clienti
Catena di fornitura e rapporti con i partner globali
Pagamenti regolari a dipendenti e fornitori
La società ha presentato istanze al tribunale per garantire tutti i pagamenti dovuti, assicurando che né consumatori né dipendenti subiranno interruzioni durante il processo.
Il flop Amazon che ha cambiato tutto
Tra i fattori che hanno accelerato la crisi spicca il fallimento dell'acquisizione da parte di Amazon, annunciata nell'agosto 2022 ma naufragata sotto il peso delle verifiche antitrust europee. L'Unione Europea aveva sollevato preoccupazioni sulla concorrenza e, soprattutto, sull'uso dei dati degli utenti che Amazon avrebbe potuto raccogliere attraverso i Roomba domestici.
Il colosso di Seattle ha probabilmente capito che non avrebbe mai ottenuto il via libera per sfruttare come voleva i dati di mappatura delle abitazioni raccolti dai robot aspirapolvere, decidendo così di ritirarsi. Questo stop ha lasciato iRobot in una posizione critica, senza il capitale fresco necessario per competere con i rivali asiatici.
Ricavi crollati: da 1,6 miliardi a 525 milioni in cinque anni
I numeri fotografano impietosamente la crisi: i ricavi sono passati da 1,6 miliardi di dollari nel 2020 a soli 681 milioni nel 2024, con previsioni di ulteriore calo fino a 525 milioni nel 2025. A marzo 2024 l'azienda aveva già espresso "seri dubbi" sulla propria capacità di sopravvivere, mentre a ottobre il titolo in borsa è crollato del 36% in un solo giorno.
La concorrenza cinese che ha cambiato il mercato
Il crollo di iRobot non è casuale: brand cinesi come Ecovacs, Dreame, MOVA e Roborock hanno conquistato quote di mercato significative proponendo robot aspirapolvere con tecnologie avanzate a prezzi più competitivi.
Nonostante il nome Roomba resti uno dei più riconosciuti nel settore, l'azienda non è riuscita a tenere il passo con l'innovazione e l'aggressività commerciale dei competitor asiatici.
A complicare ulteriormente la situazione, i dazi USA sulla produzione in Vietnam hanno eroso ulteriormente i margini, mentre iRobot ha tentato di rispondere abbassando i prezzi e rinnovando la gamma, senza però riuscire a invertire il trend negativo.
Picea prende il controllo: cosa cambia per il marchio
Con il completamento della ristrutturazione previsto entro febbraio 2026, Shenzhen PICEA Robotics diventerà proprietaria al 100% di iRobot. L'azienda cinese, già principale fornitore e partner produttivo, ha sviluppato negli ultimi anni una collaborazione sempre più stretta per i nuovi modelli Roomba, e ora punta a stabilizzare il brand americano sfruttando le proprie competenze manifatturiere.
L'obiettivo dichiarato è rafforzare gli investimenti in ricerca e sviluppo e rilanciare l'innovazione in un mercato della robotica domestica sempre più competitivo. Il futuro del brand dipenderà dalla capacità di Picea di coniugare la reputazione storica di iRobot con l'efficienza produttiva cinese, mantenendo alta la qualità che ha reso Roomba un'icona della domotica moderna.
Per ora clienti e partner possono tirare un sospiro di sollievo: i robot aspirapolvere continueranno a funzionare regolarmente, l'assistenza resterà attiva e il marchio sopravviverà, anche se sotto una nuova proprietà.
Gli azionisti, invece, si trovano a fare i conti con la perdita totale dell'investimento in quella che fino a pochi anni fa sembrava una delle storie di successo della tecnologia domestica americana.
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