Le VPN diventano illegali in Cina!

Pechino rafforza il Great Firewall, illegali le reti internet private. Censura, giro di vite contro connessioni VPN in Cina: ora sono illegali!

La censura cinese si abbatte sulle VPN, che diventano illegali

A partire da ieri, le connessioni private (VPN appunto) avranno bisogno dell’approvazione del governo per poter accedere a internet. Esse consentono agli utenti di bypassare il sistema di “censura e sorveglianza online” chiamato “Golden Shieds” (o anche “Great Firewall”) con cui il governo controlla i contenuti disponibili su internet, quindi sono diventate illegali.

Una dichiarazione ufficiale del Governo Cinese rilasciata solo poche ore fa parla di un giro di vite sulle reti VPN, che non solo servono aggirare i blocchi territoriali, ma anche a creare scambi sicuri di dati su internet. Da oggi, però, diventano illegali in Cina.

Su YourLifeUpdated abbiamo parlato spesso delle reti VPN, che a mio avviso non sono solo utili, ma proprio indispensabili per navigare su internet in modo sicuro, anonimo e protetto. 

E’ vero, queste reti permettono di navigare su internet in totale anonimato e di “superare” i blocchi imposti dai Governi su determinati siti internet che sono stati oscurati e resi inaccessibili, ma al tempo stesso sono molto utili per proteggere le nostre sessioni di navigazione web, rendendo i nostri dati sicuri da attacchi hacker e impossibili da rubare. 

Il Governo Cinese, però, vede solo i lati “negativi” delle VPN, che appunto permettono ai residenti nel Paese di accedere ai siti bloccati e oscurati e di navigare su internet in anonimato, quindi le VPN sono state oggi dichiarate illegali in Cina. 

“Il mercato cinese delle connessioni internet – afferma il ministro dell’industria e della tecnologia dell’informazione – si sta sviluppando in modo disordinato e necessita di una regolamentazione urgente”. Secondo la notifica, il controllo (e la censura) delle reti internet private non in regola intende “rafforzare la gestione della sicurezza delle informazioni nel cyberspazio”.

Da sempre, come sappiamo, le autorità cinesi bloccano l’accesso ai siti web occidentali di grossa portata, come Twitter, Facebook o YouTube fra i tanti, e per aggirare tali restrizioni molti residenti dello stato asiatico si sono appoggiati alle VPN, acronimo di Virtual Private Networks.

Queste reti internet sicure, anonime e protette permettono, tra le altre cose, di navigare in totale anonimato senza offrire informazioni sulla propria provenienza (indirizzo IP, città, siti internet visitati, dati di accesso e tante altre informazioni che il Governo Cinese vuole invece conoscere).

A partire da questa settimana, dunque, l’uso non approvato di una VPN può essere inteso come un crimine in Cina. In base ad un recente decreto, l’uso della VPN verrà considerato illegale per ogni cittadino privato, tuttavia alcune realtà possono richiedere l’approvazione del governo per l’uso di reti virtuali private o connessioni speciali via cavo. Queste nuove regole saranno valide fino al 31 marzo 2018.

Da sempre la Cina non è mai stata molto indulgente per quanto concerne l’uso delle VPN, ma, da oggi, la situazione sembra inasprirsi con le nuove regole, anche se al momento non è chiaro come i governi implementeranno le nuove restrizioni e come le faranno rispettare (anche se pare che la repressione verrà applicata soprattutto ai provider di VPN).

In pratica, per il momento, sembra che saranno le aziende che forniscono i servizi VPN ad essere prese di mira, anche se non sappiamo ancora in che modo e in che misura.

Secondo lo strumento di monitoraggio Greatfire.org sono già bloccati 171 dei 1000 maggiori siti al mondo, compresi Google, Facebook, Twitter.

David Gorodyansky, CEO of Anchor Free VPN, ha espresso al Guardian la sua paura per le nuove misure restrittive. Le Vpn infatti non servono solo ad aggirare i blocchi territoriali imposti, ma anche allo scambio sicuro di dati sensibili tra imprese.

Ricordiamo infine che la Cina non è l’unica nazione che applica censure sul web: fra le tante troviamo Egitto, Russia, Cuba, Bahrain, Turchia, Vietnam, che spesso bloccano del tutto la connessione ad internet per prevenire la diffusione di notizie in momenti cardine.

Ovviamente il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha condannato lo scorso luglio questo tipo di blocchi, dichiarando la privacy online un aspetto essenziale della libertà d’espressione. Ad oggi, però, non è servito a molto tutto questo, visto che sempre più Paesi decidono di limitare in vari modi questa libertà.

In Italia ancora non abbiamo questi problemi, per cui vi consiglio di leggere questi nostri articoli relativi alle VPN:


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