Tassa chilometrica in Islanda: arriverà anche in Italia?
Islanda estende la tassa chilometrica a tutte le auto: 5 cent/km anche per benzina e diesel. Il modello che spaventa l'Italia
È successo.
Quello che molti paventavano come un incubo futuristico è diventato realtà in Islanda.
Il parlamento nordico ha appena dato il via libera a una misura senza precedenti: la tassa chilometrica, finora riservata "solo" ai proprietari di auto elettriche, viene ora estesa a TUTTI i veicoli. Benzina, diesel, elettriche, ibride, SUV, camion e persino ciclomotori.
Nessuno è risparmiato.
L'Islanda si trasforma nel primo grande laboratorio di una tassazione totale basata sui chilometri percorsi. Un esperimento che potrebbe fare scuola in tutta Europa, Italia compresa.
Come funziona: il grande fratello dei chilometri
Il meccanismo è tanto semplice quanto pervasivo.
Ogni automobilista dovrà registrare i propri spostamenti durante le revisioni o tramite autocertificazione, con controlli a sorpresa per chi "dimentica" qualche chilometro.
La stangata: quanto costa davvero
Il sistema prevede 29 categorie di peso differenti:
Auto e SUV standard (fino a 3,5 tonnellate): circa 5 centesimi di euro ogni km
Veicoli più pesanti: tariffe che salgono progressivamente
Facciamo due conti: un automobilista medio che percorre 15.000 km all'anno pagherebbe circa 750 euro annui solo per il "privilegio" di guidare. E questo senza considerare assicurazione, bollo, manutenzione e carburante.
Come funzionano i pagamenti?
Addebiti mensili automatici sul conto corrente, con conguagli periodici che possono trasformarsi in spiacevoli sorprese.
Le bugie del governo: chi ci guadagna davvero
Il governo islandese vende questa riforma come "equità fiscale". Una narrazione che nasconde una realtà ben diversa.
L'opposizione ha fatto i calcoli: le auto a benzina e diesel pagheranno dal 7% al 20% in più rispetto al sistema precedente. Paradossalmente, i grandi SUV di lusso risulterebbero avvantaggiati. Dov'è l'equità?
La verità? Le casse dello Stato perdono le accise sui carburanti per via dell'elettrificazione, e qualcuno deve pagare il conto. Quel qualcuno siamo sempre noi, gli automobilisti.
L'incubo italiano: quando (non se) arriverà anche da noi
Non è questione di "se", ma di "quando"
E ora veniamo al punto dolente per noi italiani.
Questa tassa molto probabilmente arriverà in Italia, è solo questione di tempo. I segnali sono già tutti sul tavolo.
Come sappiamo, l'Italia è già il Paese con la pressione fiscale automobilistica tra le più alte d'Europa:
Bollo auto regionale
Superbollo per le auto potenti
Accise sulla benzina oltre il 60% del prezzo
Pedaggi autostradali carissimi
ZTL, strisce blu, autovelox "strategici"
E adesso dovremmo prepararci anche alla tassa chilometrica?
Il copione è già scritto
Non illudiamoci: i tecnici ministeriali stanno già studiando il modello islandese. Con il calo delle vendite di carburanti, lo Stato deve trovare nuove entrate, e il copione probabilmente sarà questo:
Fase 1: Si inizierà con le sole auto elettriche e ibride plug-in
Fase 2: Estensione graduale a tutti i veicoli "per equità"
Fase 3: Aumento delle tariffe perché "servono fondi per le strade"
L'automobilista italiano: il bancomat infinito
Mentre in altri Paesi si discute di ridurre il peso fiscale, in Italia l'automobilista è considerato un bancomat inesauribile.
Vogliamo scommettere che la tassa chilometrica italiana si aggiungerà alle altre senza eliminarne nessuna? Magari con la scusa che "serve per la transizione ecologica" o "per riparare le buche" (che continueranno a moltiplicarsi).
Con buona pace di chi ogni giorno deve usare l'auto per necessità - lavoro, figli, spesa - e non certo per divertimento.
In Italia sarà anche peggio
L'ironia? In Islanda l'energia elettrica costa pochissimo grazie alle fonti rinnovabili.
In Italia, con i costi dell'elettricità tra i più alti d'Europa, il passaggio all'elettrico con tassa chilometrica inclusa rappresenterebbe semplicemente un doppio salasso.
Conclusione: prepariamoci al peggio
L'esperimento islandese non è un caso isolato, ma il banco di prova di un modello destinato a diffondersi. Altri Paesi europei osservano con interesse.
Per gli automobilisti italiani, già alle prese con una giungla di tasse, l'arrivo della tassa chilometrica sarebbe l'ennesima mazzata su un portafoglio già svuotato.
La domanda non è più "se" accadrà, ma quanto tempo abbiamo prima che arrivi anche in Italia.
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