Compri su Temu o Shein? Dal 2026 paghi 2€ in più: ecco la nuova tassa sui pacchi che colpisce gli acquisti online dalla Cina
Dal 1° gennaio 2026 tassa di 2€ sui pacchi extra-UE sotto 150€. Cosa cambia per Temu, Shein e AliExpress: chi paga e come evitarla
Tassa sui pacchi 2026: cosa cambia per chi compra online da Cina e Paesi extra-UE
Se sei un fan dello shopping online su Temu, Shein o AliExpress, preparati a una novità che potrebbe rendere i tuoi acquisti meno convenienti.
Dal 1° gennaio 2026 entra in vigore la tassa sui pacchi extra-UE: un contributo di 2 euro che si applicherà a tutte le spedizioni sotto i 150 euro provenienti da Paesi fuori dall'Unione Europea.
La legge di bilancio 2026, approvata dal Senato il 23 dicembre 2025, introduce questa handling fee per coprire i costi degli adempimenti doganali.
Ma cosa significa in concreto per te? Chi pagherà davvero questa tassa? E quali acquisti saranno colpiti? Scopriamolo insieme.
Come funziona la nuova tassa sui pacchi
La normativa è chiara: viene istituito un contributo di 2 euro per ogni spedizione proveniente da Paesi extra-UE con valore dichiarato non superiore a 150 euro. Il pagamento viene riscosso dagli Uffici delle dogane al momento dell'importazione definitiva delle merci.
Quando entra in vigore
La tassa sui pacchi 2026 scatta dal 1° gennaio 2026, anticipando di 6 mesi la misura europea che invece partirà dal 1° luglio 2026 con un importo di 3 euro.
A cosa si applica (e cosa resta esente)
Buone notizie: rispetto alle prime indiscrezioni, la versione finale della norma è più circoscritta. La tassa di 2 euro colpisce solo:
Spedizioni da Paesi extra-UE (Cina, Regno Unito, USA, ecc.)
Pacchi con valore dichiarato fino a 150 euro
Importazioni attraverso gli Uffici doganali italiani
Non paghi nulla invece per:
Spedizioni dall'Italia o da altri Paesi UE
Pacchi sopra i 150 euro (che seguono altre regole doganali)
Ordini da magazzini europei di marketplace internazionali
Quali piattaforme e-commerce sono coinvolte
La tassa sui pacchi dalla Cina colpisce principalmente le piattaforme di e-commerce che spediscono direttamente da depositi extra-UE:
Temu e Shein: sono i principali bersagli della normativa, dato che spediscono prevalentemente dalla Cina con il modello del fast-fashion ultra-economico.
AliExpress: se ordini prodotti che partono dalla Cina, pagherai i 2 euro aggiuntivi. Se invece arrivano da magazzini europei, sei esente.
Amazon: la situazione è mista. I prodotti venduti e spediti da Amazon Europa non pagano la tassa, mentre quelli di venditori terzi spediti da fuori UE sì.
Il trucco dei magazzini europei
Molte piattaforme stanno già correndo ai ripari aprendo magazzini in Europa. Spedendo da depositi UE, evitano completamente la handling fee di 2 euro, mantenendo prezzi competitivi. È una strategia che potrebbe cambiare radicalmente la logistica dell'e-commerce internazionale.
Chi paga davvero: piattaforme o consumatori?
Sulla carta, il contributo doganale è a carico delle piattaforme.
Nella pratica? Il rischio che venga scaricato sui consumatori finali è concreto, attraverso aumenti dei prezzi o costi di spedizione maggiorati.
Il Codacons stima un impatto di 9,2 miliardi di euro all'anno sui consumatori europei, a meno che i marketplace non decidano di assorbire il costo per restare competitivi. Il gettito previsto per l'Italia è di circa 100-110 milioni di euro nel primo anno.
Perché è stata introdotta questa tassa
La tassa sugli acquisti online extra-UE non è una decisione casuale. Dietro ci sono motivazioni precise e numeri impressionanti.
Proteggere le imprese italiane ed europee
Il primo obiettivo è contrastare l'invasione di prodotti low cost che danneggia il commercio tradizionale e le aziende locali. La concorrenza sleale dei prezzi stracciati minaccia migliaia di imprese europee.
Contrastare il fast-fashion e l'impatto ambientale
Piattaforme come Shein producono enormi volumi di rifiuti tessili con un modello di consumo insostenibile. La tassa vuole frenare questo fenomeno.
Coprire i costi delle dogane
Nel 2024, le dichiarazioni doganali per pacchi sotto i 150 euro in Italia sono esplose: +61,5%, passando da 54,2 milioni a 87,5 milioni. Le autorità doganali sono sommerse di lavoro e questa tassa serve a finanziare i crescenti costi amministrativi.
Combattere l'evasione fiscale
In Europa oltre il 65% dei piccoli pacchi importati risulta sottovalutato per evitare i dazi doganali. La nuova normativa mira a ridurre questo fenomeno.
I numeri del fenomeno
I dati della Commissione Europea sono eloquenti:
4,6 miliardi di piccole spedizioni verso l'UE nel 2024
91% dalla Cina
Oltre il 50% delle importazioni europee coinvolge spedizioni a basso valore esenti da dazi
Cosa sta facendo l'Europa: il contesto comunitario
L'Italia non è sola. La tassa europea sui pacchi è in arrivo e sarà ancora più cara.
Le decisioni del Consiglio ECOFIN
Il 12 dicembre 2025, il Consiglio ECOFIN (i Ministri dell'Economia UE) ha approvato una tassa di 3 euro per le merci sotto i 150 euro, con entrata in vigore dal 1° luglio 2026. Il Consiglio ha eliminato la soglia de minimis, cioè l'esenzione dai dazi per le spedizioni di valore inferiore a 150 euro.
La proposta della Commissione Europea
La Commissione ha proposto un sistema più articolato con fee differenziate:
2 euro per spedizioni dirette ai consumatori (B2C)
0,50 centesimi per pacchi ai magazzini europei (B2B)
Questa misura dovrebbe scattare a novembre 2026, creando un quadro normativo complesso che dovrà integrarsi con la tassa italiana.
La riforma doganale del 2028
Per applicare completamente la riforma con dazi su tutte le spedizioni, bisognerà attendere il 2028, quando sarà operativa la nuova piattaforma doganale europea.
Altri Paesi che hanno anticipato l'Europa
Romania: ha già introdotto una tassa di 5 euro sui pacchi extra-UE, la più alta in Europa.
Belgio, Francia e Paesi Bassi: stanno valutando misure simili per il 2026.
Brasile: applica una tassa del 20% su acquisti online sotto i 50 dollari e del 60% tra 50 e 3000 dollari.
Stati Uniti: hanno sospeso l'esenzione de minimis che permetteva l'ingresso duty-free per spedizioni sotto gli 800 dollari.
Come cambiano gli acquisti online nel 2026
Per i consumatori
Dal 1° gennaio 2026, ogni ordine da piattaforme extra-UE sotto i 150 euro costerà 2 euro in più. Se compri spesso su Temu o Shein, l'impatto si farà sentire, soprattutto se ordini più volte invece di consolidare gli acquisti in un unico pacco.
Consiglio pratico: verifica sempre se il marketplace spedisce da magazzini europei. In quel caso eviti completamente la tassa.
Per le piattaforme
I marketplace internazionali dovranno adeguare sistemi di pagamento e logistica. Chi ha già depositi in Europa partirà avvantaggiato, mentre chi spedisce solo dalla Cina dovrà decidere se assorbire il costo o trasferirlo sui clienti.
Timeline: tutte le date da segnare in calendario
1° gennaio 2026: scatta la tassa italiana di 2 euro
1° luglio 2026: dovrebbe partire la tassa europea di 3 euro (decisione ECOFIN)
Novembre 2026: entrata in vigore prevista della fee europea differenziata (2€ B2C, 0,50€ B2B)
2028: operatività della piattaforma doganale UE per l'applicazione completa della riforma
Questa sovrapposizione temporale lascia molti interrogativi aperti su come le diverse misure si integreranno.
Cosa aspettarsi: il futuro dello shopping online
La nuova tassa sui pacchi 2026 segna un punto di svolta per l'e-commerce internazionale. Anche se 2 euro per spedizione possono sembrare pochi, su larga scala cambieranno le dinamiche di mercato.
Le piattaforme cinesi potrebbero perdere parte del vantaggio competitivo sui prezzi, mentre crescerà l'importanza di avere magazzini in Europa.
Per i consumatori, sarà fondamentale diventare più consapevoli della provenienza dei prodotti e valutare attentamente convenienza e sostenibilità degli acquisti.
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